giovedì 11 febbraio 2016

Quando il Duomo è Chiuso



Quando ci apprestiamo a viaggiare si cerca di capire cosa potranno scoprire i nostri sensi e dove ci guideranno i percorsi intrisi di monumenti e fatti urbani. 
Il viaggiatore di oggi è sempre più spesso interessato a farsi guidare da specifiche App da viaggio che da altri fattori e sembra che in questo sapere abbreviato e tecnologico sia a prevalere maggiormente la realtà virtuale al posto di quella concreta. 
Per non aprire poi il capitolo del turista da crociera perfetto animale da laboratorio assolutamente incapace di entrare nello spirito di una città.

Parafrasando Lévi-Strauss potermmo dire che ci sono città buone da mangiare e città buone da pensare e ci piace pensare che Monreale abbia entrambe le caratteristiche.

Monreale però non è un fatto storico circoscritto alla sua Cattedrale metropolita. Questa è la lettura riduttiva di chi non ha né il tempo né la voglia di capire cosa racchiuda la complessità delle sue vicende storiche e delle tracce dei suoi abitanti conservate più o meno bene.
Vi condurremo in un  breve percorso che non sia quello asettico di una guida da smartphone, perché pensiamo ostinatamente che sarà la curiosità a guidare lo sguardo e la scoperta.
Intanto chi arriva in città gode di quanto si è lasciato dietro e riesce ad avere la percezione reale del contatto con il mare proprio volgendo le spalle al Duomo: in quanto Palermo è una città che a tratti nega il contato visivo con il mare e con le vetta delle Eolie che ci salutano eteree…

Ma se trovassimo chiuso il Duomo e il Chiostro cosa potremmo visitare? 
Il sito nella sua articolazione possiede alcune importanti testimonianze dell’architettura del tardo medioevo tra cui l’ex Monastero dei Benedettini insediatisi per primi in una zona denominata Bulchar per espresso volere del re Guglielmo II.
E’ questo un edificio misurato nella sua partizione esterna quanto interna e in parte sarà asservito ad un museo multimediale che vedrà a breve la sua apertura. La sua importanza è nell’essere stata la sede di un progetto politico-religioso su un territorio che il Re fece crescere fino ad subordinare addirittura la diocesi di Catania a quella di Monreale. 

Oggi che appartiene in parte alla interessante Galleria Sciortino, conserva una bella “natività del Cristo” di Mathias Stomer e una grande e suggestiva tela di Pietro Novelli in cui S. Benedetto distribuisce la regola, o per altri storici, il pane ai poveri.
A nord di questo sito che si apre su ciò che resta della Conca d’Oro si trova il Palazzo Reale già ex Seminario arcivescovile sul cui fronte si leggono le tracce di bifore identiche a quelle del Dormitorio. 
Adiacente a questa architettura che si sviluppa lungo la via Arcivescovado si dipana uno dei quartieri storici che ormai è emblematico dell’urbanistica medievale e denominato Ciambra perché vissuto dai cortigiani di palazzo. Esso è insieme al Pozzillo la più antica traccia urbana con vie strette e tortuose dall’andamento disorganico, che racchiude spesso piccole corti interne quasi mutuando il carattere riscontrabile nella cultura araba.

Cercando la piccola fontana del Pozzillo troveremo un tranquillo quartiere in cui potremo gustare i biscotti della tradizione monrealese perché un artigiano si dedica ancora alla produzione di queste tipicità locali e risalendo verso il monte Caputo scorgeremo la piccola Chiesa di San Vito forse primo intervento di sacralizzazione del casale di Bulchar. Di origini normanne, probabilmente antecedente al Duomo, la chiesa ha subito attraverso i secoli diverse trasformazioni. Di buona fattura e  valore sono le statue lignee, i dipinti a olio e gli arredi sacri che adornano il suo interno neoclassico.
Sulle scalinate che conducono nella parte più sommitale del quartiere si può  scorgere ora un mulino o un forno a legna in cui si lavora a mano un pane saporitissimo dall’intenso profumo, a cui basta di un goccio di olio per somigliare a una singolare prelibatezza.  
Perdendosi tra queste viuzze si scorge la chiesa della Madonna dell’Orto eretta nel 1619 in un giardino dove esisteva una piccola cappella con l'immagine della Madonna.
A pianta rettangolare a tre navate, la Chiesa fu arricchita da numerose opere d'arte da parte di artisti che fra i quali Pietro Novelli con i quadri che raffigurano l'Angelo, le tre Sante Vergini (Cecilia, Agnese, Caterina d'Alessandria).
Riccamente decorata da una teoria di stucchi in perfetto stile barocco e il suo altare è circondato da cantorie in legno intagliato e finite con oro zecchino.

Vari arcivescovi dal prestigioso lignaggio hanno visto il loro insediarsi nella città e possiamo menzionare Giovanni Borgia (nipote del Card. Rodrigo Borgia) che fece costruire nel 1499 la chiesa di San Castrense, nota per gli stucchi del Serpotta.
Ma chi arriverà a questa meta non dovrà perdersi la vitalità stessa della città nella dimensione del cibo grasso, fritto, untuoso fatto di odori semplici quasi archetipici e non potrà fare a meno di tuffarsi nel caldo gusto delle tipiche crocché di patate fritte che fanno parte della grande cultura culinaria locale. 

Allo stesso modo il corso principale la via Pietro Novelli è il luogo di un mercato diffuso perché come dice Franco La Cecla “ il cibo di strada, i venditori di strada, i mercati di strada, sono dei volani potentissimi di economia” ma io aggiungerei che preservano il carattere e l’identità sociale dei luoghi e in questo tipo di dimensione il vero viaggiatore troverà  la cifra per capire di cosa vive la città di Monreale quando il Duomo è chiuso.

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