venerdì 19 febbraio 2016

La discarica di Zabia, emblema del problema dell'inquinamento a Monreale

Stiamo producendo e immettendo nella biosfera una quantità immensa di molecole artificiali, trasformiamo interi ecosistemi (micro)biologici e virali, e l’uomo ha ampliato la gamma delle fonti e forme di energia radiante.
 "Parlare di ambiente e salute significa in primis cercare di valutare quali possono essere gli effetti bio-molecolari di questa trasformazione, che da alcuni decenni mette sotto pressione l’intera biosfera e in particolare l’assetto genetico ed epigenetico degli organismi superiori. Sarebbe importante riconoscere che per valutare correttamente l’impatto biologico (e quindi sanitario) dell’attuale modello di sviluppo non si può prescindere da una cornice bio-evolutiva di lungo periodo e da una riflessione più complessiva sul rapporto, in via di vertiginosa trasformazione, tra uomo e ambiente".

Queste le parole degli studi di Ernesto Burgio che parla da tanti anni di una Pandemia Silenziosa che sta divorando l’uomo a causa della sua stessa irresponsabilità e incoscienza rilanciata anche dall’allarme dai ricercatori della Harvard School of Public Health.

Siamo sottoposti ad un vero bombardamento di “nuove” molecole biocide: erbicidi, antibiotici, anticrittogamici, che stanno alterando equilibri prodottisi in miliardi di anni.

Massimizzando il problema abbiamo da una parte un Inquinamento atmosferico e dall’altra di Filiera Alimentare e tutto questo si trasforma in una esposizione ad un inquinamento sempre più capillare (e progressivo) che provoca ad oggi un aumento di patologie di circa un 30-35% 

Gli esempi inquietanti di questa pandemia, colpevolmente sottovalutata, non mancano. In Sicilia, ad esempio, da anni epidemiologi e pediatri denunciano l’incremento drammatico delle malformazioni neonatali nelle aree di Augusta e Gela, evidentemente connesse alle emissioni degli impianti petrolchimici ed alla diffusione in ambiente e catena alimentare di metalli pesanti e distruttori endocrini. 
I numeri sono veramente impressionanti. I dati del Centro Nascite di Augusta, ad esempio, dimostrano un incremento progressivo e continuo del numero dei nati con difetti congeniti: si passa infatti dall’ 1,5% degli anni ’80, a un 3% nei primi anni ’90, a un 3,5% nel ‘96-‘97-’98 e ad un eloquente 5,6% del 2000.

L’avvelenamento dei bambini rischia di diventare un fatto sistematico e progressivo: basti pensare che vari studi recenti, condotti in Europa e negli Stati Uniti, hanno rilevato la presenza di centinaia di molecole chimiche di sintesi, molte delle quali estremamente tossiche (mercurio e metalli pesanti in genere, ritardanti di fiamma, pesticidi, PCBs, diossine e altri endocrine disruptors) in placenta, nel sangue cordonale di centinaia di neonati.

Tutti queste cose divengono tragedie per gli uomini, drammi per le famiglie, angoscia per l’umanità distrutta che vive negli ospedali oncologici come in un girone dantesco. 

A nulla vale la rivalsa da parte dello Stato nei confronti dei Comuni che non abbiano concluso la bonifica delle discariche: il Comune di Monreale fa anche la sua parte con siti come quello di Zabia e si troverà a pagare 400.000 euro per l'anno 2015 e continuerà a pagare ulteriori € 200.000 per ogni successivo semestre di inadempienza.
In pratica i cittadini Monrealesi stanno iniziando a pagare 1.100 Euro  al giorno e continueranno a pagarli sino a quando la discarica di Zabia non risulterà tra quelle bonificate. 

Dopo un sopralluogo del Movimento Cinque Stelle  presso la suddetta discarica si è tenuto un incontro istituzionale, nella Sala Rossa del Comune di Monreale appeno lo scorso venerdì 12, alla presenza degli Assessori Granà e Taibi, del funzionario comunale Sig. Giacopelli, dell'Arch. Campisi (incaricato del progetto di messa in sicurezza della discarica) e del Sindaco Capizzi.
L’Amministrazione ha assicurato che ad Aprile 2016 dovrebbero partire i lavori per la messa in sicurezza di emergenza del sito e che entro la fine anno si può ipotizzarne la bonifica.

Questo è un tema che di certo sta a cuore a noi tutti, perché la politica deve dare una risposta immediata in merito alla cattiva gestione dei rifiuti, che non sono un mero fatto di folclore ma costituiscono un problema sociale, un costo per l’ambiente e un omicidio della popolazione. 

Ci domandiamo come sia possibile che dopo decenni di importanti studi epidemiologici ed eco-tossicologici,  non si riesca a prendere provvedimenti in qualche misura risolutivi e in grado di tutelare realmente i nostri figli da questa che rappresenta una minaccia concreta e mortale.
Quelli che vediamo sono i primi segni di una cosa che rischia di diventare, se non interverremo tempestivamente, con la drastica riduzione delle immissioni in atmosfera e in catena alimentare dei suddetti inquinanti, una vera e propria rivoluzione epidemica, che toccherà senza scampo  non solo le singole famiglie, ma l’intera popolazione locale, e l’intero ecosistema. 

giovedì 11 febbraio 2016

Quando il Duomo è Chiuso



Quando ci apprestiamo a viaggiare si cerca di capire cosa potranno scoprire i nostri sensi e dove ci guideranno i percorsi intrisi di monumenti e fatti urbani. 
Il viaggiatore di oggi è sempre più spesso interessato a farsi guidare da specifiche App da viaggio che da altri fattori e sembra che in questo sapere abbreviato e tecnologico sia a prevalere maggiormente la realtà virtuale al posto di quella concreta. 
Per non aprire poi il capitolo del turista da crociera perfetto animale da laboratorio assolutamente incapace di entrare nello spirito di una città.

Parafrasando Lévi-Strauss potermmo dire che ci sono città buone da mangiare e città buone da pensare e ci piace pensare che Monreale abbia entrambe le caratteristiche.

Monreale però non è un fatto storico circoscritto alla sua Cattedrale metropolita. Questa è la lettura riduttiva di chi non ha né il tempo né la voglia di capire cosa racchiuda la complessità delle sue vicende storiche e delle tracce dei suoi abitanti conservate più o meno bene.
Vi condurremo in un  breve percorso che non sia quello asettico di una guida da smartphone, perché pensiamo ostinatamente che sarà la curiosità a guidare lo sguardo e la scoperta.
Intanto chi arriva in città gode di quanto si è lasciato dietro e riesce ad avere la percezione reale del contatto con il mare proprio volgendo le spalle al Duomo: in quanto Palermo è una città che a tratti nega il contato visivo con il mare e con le vetta delle Eolie che ci salutano eteree…

Ma se trovassimo chiuso il Duomo e il Chiostro cosa potremmo visitare? 
Il sito nella sua articolazione possiede alcune importanti testimonianze dell’architettura del tardo medioevo tra cui l’ex Monastero dei Benedettini insediatisi per primi in una zona denominata Bulchar per espresso volere del re Guglielmo II.
E’ questo un edificio misurato nella sua partizione esterna quanto interna e in parte sarà asservito ad un museo multimediale che vedrà a breve la sua apertura. La sua importanza è nell’essere stata la sede di un progetto politico-religioso su un territorio che il Re fece crescere fino ad subordinare addirittura la diocesi di Catania a quella di Monreale. 

Oggi che appartiene in parte alla interessante Galleria Sciortino, conserva una bella “natività del Cristo” di Mathias Stomer e una grande e suggestiva tela di Pietro Novelli in cui S. Benedetto distribuisce la regola, o per altri storici, il pane ai poveri.
A nord di questo sito che si apre su ciò che resta della Conca d’Oro si trova il Palazzo Reale già ex Seminario arcivescovile sul cui fronte si leggono le tracce di bifore identiche a quelle del Dormitorio. 
Adiacente a questa architettura che si sviluppa lungo la via Arcivescovado si dipana uno dei quartieri storici che ormai è emblematico dell’urbanistica medievale e denominato Ciambra perché vissuto dai cortigiani di palazzo. Esso è insieme al Pozzillo la più antica traccia urbana con vie strette e tortuose dall’andamento disorganico, che racchiude spesso piccole corti interne quasi mutuando il carattere riscontrabile nella cultura araba.

Cercando la piccola fontana del Pozzillo troveremo un tranquillo quartiere in cui potremo gustare i biscotti della tradizione monrealese perché un artigiano si dedica ancora alla produzione di queste tipicità locali e risalendo verso il monte Caputo scorgeremo la piccola Chiesa di San Vito forse primo intervento di sacralizzazione del casale di Bulchar. Di origini normanne, probabilmente antecedente al Duomo, la chiesa ha subito attraverso i secoli diverse trasformazioni. Di buona fattura e  valore sono le statue lignee, i dipinti a olio e gli arredi sacri che adornano il suo interno neoclassico.
Sulle scalinate che conducono nella parte più sommitale del quartiere si può  scorgere ora un mulino o un forno a legna in cui si lavora a mano un pane saporitissimo dall’intenso profumo, a cui basta di un goccio di olio per somigliare a una singolare prelibatezza.  
Perdendosi tra queste viuzze si scorge la chiesa della Madonna dell’Orto eretta nel 1619 in un giardino dove esisteva una piccola cappella con l'immagine della Madonna.
A pianta rettangolare a tre navate, la Chiesa fu arricchita da numerose opere d'arte da parte di artisti che fra i quali Pietro Novelli con i quadri che raffigurano l'Angelo, le tre Sante Vergini (Cecilia, Agnese, Caterina d'Alessandria).
Riccamente decorata da una teoria di stucchi in perfetto stile barocco e il suo altare è circondato da cantorie in legno intagliato e finite con oro zecchino.

Vari arcivescovi dal prestigioso lignaggio hanno visto il loro insediarsi nella città e possiamo menzionare Giovanni Borgia (nipote del Card. Rodrigo Borgia) che fece costruire nel 1499 la chiesa di San Castrense, nota per gli stucchi del Serpotta.
Ma chi arriverà a questa meta non dovrà perdersi la vitalità stessa della città nella dimensione del cibo grasso, fritto, untuoso fatto di odori semplici quasi archetipici e non potrà fare a meno di tuffarsi nel caldo gusto delle tipiche crocché di patate fritte che fanno parte della grande cultura culinaria locale. 

Allo stesso modo il corso principale la via Pietro Novelli è il luogo di un mercato diffuso perché come dice Franco La Cecla “ il cibo di strada, i venditori di strada, i mercati di strada, sono dei volani potentissimi di economia” ma io aggiungerei che preservano il carattere e l’identità sociale dei luoghi e in questo tipo di dimensione il vero viaggiatore troverà  la cifra per capire di cosa vive la città di Monreale quando il Duomo è chiuso.