sabato 1 ottobre 2016

Quale PD a Monreale? Un gruppo tutto da comprendere.




Penso sia il momento di innescare alcune riflessioni sulle vicende che hanno sino ad oggi travagliato il primo partito al governo della città di Monreale. 
Noi tutti sappiamo che oggi una scissione si è realizzata anche attraverso un atto di forza del primo cittadino che ha indotto il segretario del PD a fare delle scelte ovvero a decidere non facendole (questa lettura dipenderà dai punti di vista soggettivi) 
Non voglio cercare di schierarmi, ma cerco solo, oggettivizzando al meglio, di sviluppare una tesi utile a  comprendere quali fenomeni ci siano in atto e chi stia coerentemente cercando la strada del bene comune.

Ricordo un PD il cui proposito era di riunire il meglio delle esperienze storiche di matrice socialista con quelle del riformismo laico e in cui per la prima volta la scelta e l’impegno, in forme collettive, hanno liberato uomini e donne della tradizione cattolico-democratica e cristiano-sociale dalle riserve e dai condizionamenti del passato, consentendo loro di agire in un ambito politico insieme a quanti vengono da culture diverse. 
Questa sinistra, in questa città, è diventata forte allorquando ha smesso di essere solamente maschile, quando ha esaltato le soggettività  e ha cercato di esprimere un disegno propulsivo volto a creare un nuovo patto di cittadinanza sociale. 

In questi giorni mi sarei aspettato una maggiore forza da parte degli apparati provinciali e regionali per respingere l’offensiva di un pensiero povero, pseudo liberista che pretende di abbandonare il partito alla deriva dei rapporti di forza (e questo assunto non vale solo per una delle possibili fazioni, ma per entrambi). 

Prendo spunto dalle riflessioni di Alberto Asor Rosa (critico letterario, scrittore, politico e docente universitario n.d.r.) per parafrasare un suo pensiero e calarlo nel nostro contesto sociale: la deregulation (nell’agire politico) il “laissez faire” lo scatenamento delle forze è un costume cui maggiormente la Destra opta “naturaliter”. La Sinistra è invece il “governo del conflitto” di una società altamente conflittuale e non organica. 

Negli ultimi anni, aldilà delle trasformazioni a carattere nazionale, la natura intrinseca e l’offerta politica hanno scarsamente disegnato il profilo politico strategico di questa formazione politica che ha spesso adagiato le proprie sorti a quelle del sindacato confondendo funzioni e ruoli e nella ricerca di imitare modelli di attrazione più che di partecipazione. 

Perché allora una lista civica e un primo cittadino creano così scompiglio? 
Mi viene da pensare che il ruolo guida del partito sia venuto meno in quanto le prerogative e le istanze interne non siano mai state tali da imporsi nello sviluppo programmatico della giunta, presi dal gioco delle parti, sotto la spada di Damocle delle emergenze e per l’assenza evidente di un tavolo tecnico di riflessione meramente politica. 

Sono convinto che nell’azione di governo debba restare la “vis”  tipica dell’opposizione per sforzarsi di ragionare a distanza e con spirito critico. 
L’area di  sinistra e il PD avrebbero dovuto farci percepire la città come il luogo di nuovi spazi strutturati di incontro e scambio culturale, fattore propulsivo di un grande disegno volto a modernizzare la città nelle funzioni e nella interazione sociale. 

Di questo sistema esistono le basi (già solidissime) nella ricchissima gamma delle esperienze del volontariato, dell’associazionismo, della cooperazione sociale che potrebbero innescare politiche economiche efficaci all’interno di un vero e proprio mercato sociale in grado di generare servizi, occupazione, promozione di responsabilità e forme di autogoverno. 
Questo partito avrebbe dovuto indicare all’amministrazione il quadro degli interventi necessari per creare nuova occupazione e sviluppo, ad esempio, attraverso l’adeguata valorizzazione dell’impresa locale. 
Poiché oggi il modo migliore di fare sviluppo è riuscire a mantenere le soglie di occupazione. Penso a progetti di salvaguardia ambientale, di recupero del patrimonio storico-architettonico, di risanamento territoriale.

Resta il fatto che invece abbiamo due fazioni che dicono simultaneamente di avere titolarità a gestire il simbolo e il nome del partito e di seguito a prendere decisioni con il primo cittadino. 
Questa è una situazione imbarazzante e al tempo squallida, che getta ombre sugli attori del Partito Democratico e offusca la credibilità agli occhi dell’intera cittadinanza. 

Auspico intervento della Dirigenza perchè riesca a fare chiarezza sui ruoli e in merito alle specifiche appartenenze, tali da non essere più dettate dal possesso di una tessera, ma dall’agire politico e dal senso di responsabilità verso gli elettori che hanno sposato un progetto e espresso un atto di fiducia.


Uno dei banchi di prova sarà il prossimo Consiglio Comunale e giusto di fronte a questioni importanti e sostanziali come l’approvazione del Bilancio testeremo il grado di coerenza politica e sociale dei singoli soggetti politici.

sabato 5 marzo 2016

Cittadini di una SimCity



Non siamo i cittadini di una SimCity, ma persone che non possono essere subalterne alle estemporanee sortite di chicchessia.

Una città è un complesso e delicato organismo composto da relazioni socio economiche che abbisognano di cura, di estrema attenzione , di affinamento delle strategie politiche che abbiano ben visibili indirizzi di medio e lungo periodo. 
Negli ultimi sette anni nei centri storici delle medie città c'è stata una forte riduzione di negozi tradizionali, solo parzialmente attenuata dalla crescita del commercio ambulante (nel periodo 2008/2015 a Palermo il dato registra un -18,4%)

C'è, dunque, un concreto rischio di vedere una desertificazione commerciale dei centri storici da arginare per non creare disagi ai residenti e per rivitalizzare queste aree creando una maggiore coesione economica e sociale. 

Una strategia a livello nazionale esiste: guidare il commercio e le Amministrazioni comunali a una maggiore e migliore progettualità per utilizzare di più e meglio i fondi della Programmazione europea 2014-2020.
Sono concetti già più volte ribaditi dalle analisi sia di Confcommercio, Unioncamere che di ANCI. 
E hanno portato ad un progetto denominato UrbanPro: «Patto per le città» sottoscritto da ANCE,
Unioncamere, Consiglio Nazionale Architetti e Confcommercio che ha dato vita ad incubatori di facilitazione delle trasformazioni urbane.

Esiste un accordo per modificare i Piani Regolatori, favorire processi di rigenerazione urbana e
rivitalizzazione economica; si punta alla Valorizzazione dell’Agenda Urbana Europea e alla  Costruzione di una visione formativa nuova, condivisa con leFacoltà di ingegneria e architettura italiane
A tutto c’è un perché. E leggo la nascita di questa associazione di commercianti come un germoglio di questo cammino.

Non ho mai  sentito parlare di UrbanPro dai miei referenti politici locali, non ho mai letto un documento e una dichiarazione programmatica che mi riagganciasse a questi concetti. 
Quando poi registriamo evasive risposte del politico di turno che afferma di “aver già risolto o discusso il problema” restiamo basiti.
E mi permetto di mettere il dito sulla piaga su questioni a dir poco banali: se scendete verso Palermo trovate i ragazzi buttati su un lembo di marciapiede ad attendere il bus e non certamente seduti su una “civile panchina”, se saliamo le gradinate del parcheggio possiamo imbatterci su ambulanti abusivi e turisti poco accorti che si fanno male a causa di basole fatiscenti, per non parlare di una raccolta dei rifiuti ancora da terzo mondo.
Non mi meraviglio nemmeno quando poi invece di pagare un parcheggio per contribuire alla gestione della città, vengo “invitato a fare un obolo” al parcheggiatole abusivo di turno che impiega il suo tempo a guardare la mia autovettura ogni giorno. 

La gente ha voglia di reagire, ha voglia di risposte, perché la politica è quella dei fatti e non della virtualità di un social o delle risposte dal tono propagandistico pre elettorale.
Siamo stanchi perché si cerca la concretezza e l’ordine ed invece abbiamo una macchina che funziona male anche a causa di un motore (burocratico e dirigenziale) statico, poco motivato, impreparato, stanco, rilassato, su  cui lo stesso livello politico non arriva più ad intervenire data l’assoluta autoreferenzialità che negli anni è stata assunta. 

Potrei dirvi della profonda relazione tra l’anima di una città, l’urbanistica, il commercio, l’indotto turistico e la visione  di uno sviluppo sociale, ma siccome confido nella vostra intelligenza lascio a voi le dovute conclusioni. 


Mi auguro solo che questi coraggiosi e tenaci commercianti possano contribuire alla rivitalizzazione di una cittadina sempre più statica con interventi piccoli che siano in grado di creare condivisione e mistione delle competenze anche senza un appoggio “politico”. 

venerdì 19 febbraio 2016

La discarica di Zabia, emblema del problema dell'inquinamento a Monreale

Stiamo producendo e immettendo nella biosfera una quantità immensa di molecole artificiali, trasformiamo interi ecosistemi (micro)biologici e virali, e l’uomo ha ampliato la gamma delle fonti e forme di energia radiante.
 "Parlare di ambiente e salute significa in primis cercare di valutare quali possono essere gli effetti bio-molecolari di questa trasformazione, che da alcuni decenni mette sotto pressione l’intera biosfera e in particolare l’assetto genetico ed epigenetico degli organismi superiori. Sarebbe importante riconoscere che per valutare correttamente l’impatto biologico (e quindi sanitario) dell’attuale modello di sviluppo non si può prescindere da una cornice bio-evolutiva di lungo periodo e da una riflessione più complessiva sul rapporto, in via di vertiginosa trasformazione, tra uomo e ambiente".

Queste le parole degli studi di Ernesto Burgio che parla da tanti anni di una Pandemia Silenziosa che sta divorando l’uomo a causa della sua stessa irresponsabilità e incoscienza rilanciata anche dall’allarme dai ricercatori della Harvard School of Public Health.

Siamo sottoposti ad un vero bombardamento di “nuove” molecole biocide: erbicidi, antibiotici, anticrittogamici, che stanno alterando equilibri prodottisi in miliardi di anni.

Massimizzando il problema abbiamo da una parte un Inquinamento atmosferico e dall’altra di Filiera Alimentare e tutto questo si trasforma in una esposizione ad un inquinamento sempre più capillare (e progressivo) che provoca ad oggi un aumento di patologie di circa un 30-35% 

Gli esempi inquietanti di questa pandemia, colpevolmente sottovalutata, non mancano. In Sicilia, ad esempio, da anni epidemiologi e pediatri denunciano l’incremento drammatico delle malformazioni neonatali nelle aree di Augusta e Gela, evidentemente connesse alle emissioni degli impianti petrolchimici ed alla diffusione in ambiente e catena alimentare di metalli pesanti e distruttori endocrini. 
I numeri sono veramente impressionanti. I dati del Centro Nascite di Augusta, ad esempio, dimostrano un incremento progressivo e continuo del numero dei nati con difetti congeniti: si passa infatti dall’ 1,5% degli anni ’80, a un 3% nei primi anni ’90, a un 3,5% nel ‘96-‘97-’98 e ad un eloquente 5,6% del 2000.

L’avvelenamento dei bambini rischia di diventare un fatto sistematico e progressivo: basti pensare che vari studi recenti, condotti in Europa e negli Stati Uniti, hanno rilevato la presenza di centinaia di molecole chimiche di sintesi, molte delle quali estremamente tossiche (mercurio e metalli pesanti in genere, ritardanti di fiamma, pesticidi, PCBs, diossine e altri endocrine disruptors) in placenta, nel sangue cordonale di centinaia di neonati.

Tutti queste cose divengono tragedie per gli uomini, drammi per le famiglie, angoscia per l’umanità distrutta che vive negli ospedali oncologici come in un girone dantesco. 

A nulla vale la rivalsa da parte dello Stato nei confronti dei Comuni che non abbiano concluso la bonifica delle discariche: il Comune di Monreale fa anche la sua parte con siti come quello di Zabia e si troverà a pagare 400.000 euro per l'anno 2015 e continuerà a pagare ulteriori € 200.000 per ogni successivo semestre di inadempienza.
In pratica i cittadini Monrealesi stanno iniziando a pagare 1.100 Euro  al giorno e continueranno a pagarli sino a quando la discarica di Zabia non risulterà tra quelle bonificate. 

Dopo un sopralluogo del Movimento Cinque Stelle  presso la suddetta discarica si è tenuto un incontro istituzionale, nella Sala Rossa del Comune di Monreale appeno lo scorso venerdì 12, alla presenza degli Assessori Granà e Taibi, del funzionario comunale Sig. Giacopelli, dell'Arch. Campisi (incaricato del progetto di messa in sicurezza della discarica) e del Sindaco Capizzi.
L’Amministrazione ha assicurato che ad Aprile 2016 dovrebbero partire i lavori per la messa in sicurezza di emergenza del sito e che entro la fine anno si può ipotizzarne la bonifica.

Questo è un tema che di certo sta a cuore a noi tutti, perché la politica deve dare una risposta immediata in merito alla cattiva gestione dei rifiuti, che non sono un mero fatto di folclore ma costituiscono un problema sociale, un costo per l’ambiente e un omicidio della popolazione. 

Ci domandiamo come sia possibile che dopo decenni di importanti studi epidemiologici ed eco-tossicologici,  non si riesca a prendere provvedimenti in qualche misura risolutivi e in grado di tutelare realmente i nostri figli da questa che rappresenta una minaccia concreta e mortale.
Quelli che vediamo sono i primi segni di una cosa che rischia di diventare, se non interverremo tempestivamente, con la drastica riduzione delle immissioni in atmosfera e in catena alimentare dei suddetti inquinanti, una vera e propria rivoluzione epidemica, che toccherà senza scampo  non solo le singole famiglie, ma l’intera popolazione locale, e l’intero ecosistema. 

giovedì 11 febbraio 2016

Quando il Duomo è Chiuso



Quando ci apprestiamo a viaggiare si cerca di capire cosa potranno scoprire i nostri sensi e dove ci guideranno i percorsi intrisi di monumenti e fatti urbani. 
Il viaggiatore di oggi è sempre più spesso interessato a farsi guidare da specifiche App da viaggio che da altri fattori e sembra che in questo sapere abbreviato e tecnologico sia a prevalere maggiormente la realtà virtuale al posto di quella concreta. 
Per non aprire poi il capitolo del turista da crociera perfetto animale da laboratorio assolutamente incapace di entrare nello spirito di una città.

Parafrasando Lévi-Strauss potermmo dire che ci sono città buone da mangiare e città buone da pensare e ci piace pensare che Monreale abbia entrambe le caratteristiche.

Monreale però non è un fatto storico circoscritto alla sua Cattedrale metropolita. Questa è la lettura riduttiva di chi non ha né il tempo né la voglia di capire cosa racchiuda la complessità delle sue vicende storiche e delle tracce dei suoi abitanti conservate più o meno bene.
Vi condurremo in un  breve percorso che non sia quello asettico di una guida da smartphone, perché pensiamo ostinatamente che sarà la curiosità a guidare lo sguardo e la scoperta.
Intanto chi arriva in città gode di quanto si è lasciato dietro e riesce ad avere la percezione reale del contatto con il mare proprio volgendo le spalle al Duomo: in quanto Palermo è una città che a tratti nega il contato visivo con il mare e con le vetta delle Eolie che ci salutano eteree…

Ma se trovassimo chiuso il Duomo e il Chiostro cosa potremmo visitare? 
Il sito nella sua articolazione possiede alcune importanti testimonianze dell’architettura del tardo medioevo tra cui l’ex Monastero dei Benedettini insediatisi per primi in una zona denominata Bulchar per espresso volere del re Guglielmo II.
E’ questo un edificio misurato nella sua partizione esterna quanto interna e in parte sarà asservito ad un museo multimediale che vedrà a breve la sua apertura. La sua importanza è nell’essere stata la sede di un progetto politico-religioso su un territorio che il Re fece crescere fino ad subordinare addirittura la diocesi di Catania a quella di Monreale. 

Oggi che appartiene in parte alla interessante Galleria Sciortino, conserva una bella “natività del Cristo” di Mathias Stomer e una grande e suggestiva tela di Pietro Novelli in cui S. Benedetto distribuisce la regola, o per altri storici, il pane ai poveri.
A nord di questo sito che si apre su ciò che resta della Conca d’Oro si trova il Palazzo Reale già ex Seminario arcivescovile sul cui fronte si leggono le tracce di bifore identiche a quelle del Dormitorio. 
Adiacente a questa architettura che si sviluppa lungo la via Arcivescovado si dipana uno dei quartieri storici che ormai è emblematico dell’urbanistica medievale e denominato Ciambra perché vissuto dai cortigiani di palazzo. Esso è insieme al Pozzillo la più antica traccia urbana con vie strette e tortuose dall’andamento disorganico, che racchiude spesso piccole corti interne quasi mutuando il carattere riscontrabile nella cultura araba.

Cercando la piccola fontana del Pozzillo troveremo un tranquillo quartiere in cui potremo gustare i biscotti della tradizione monrealese perché un artigiano si dedica ancora alla produzione di queste tipicità locali e risalendo verso il monte Caputo scorgeremo la piccola Chiesa di San Vito forse primo intervento di sacralizzazione del casale di Bulchar. Di origini normanne, probabilmente antecedente al Duomo, la chiesa ha subito attraverso i secoli diverse trasformazioni. Di buona fattura e  valore sono le statue lignee, i dipinti a olio e gli arredi sacri che adornano il suo interno neoclassico.
Sulle scalinate che conducono nella parte più sommitale del quartiere si può  scorgere ora un mulino o un forno a legna in cui si lavora a mano un pane saporitissimo dall’intenso profumo, a cui basta di un goccio di olio per somigliare a una singolare prelibatezza.  
Perdendosi tra queste viuzze si scorge la chiesa della Madonna dell’Orto eretta nel 1619 in un giardino dove esisteva una piccola cappella con l'immagine della Madonna.
A pianta rettangolare a tre navate, la Chiesa fu arricchita da numerose opere d'arte da parte di artisti che fra i quali Pietro Novelli con i quadri che raffigurano l'Angelo, le tre Sante Vergini (Cecilia, Agnese, Caterina d'Alessandria).
Riccamente decorata da una teoria di stucchi in perfetto stile barocco e il suo altare è circondato da cantorie in legno intagliato e finite con oro zecchino.

Vari arcivescovi dal prestigioso lignaggio hanno visto il loro insediarsi nella città e possiamo menzionare Giovanni Borgia (nipote del Card. Rodrigo Borgia) che fece costruire nel 1499 la chiesa di San Castrense, nota per gli stucchi del Serpotta.
Ma chi arriverà a questa meta non dovrà perdersi la vitalità stessa della città nella dimensione del cibo grasso, fritto, untuoso fatto di odori semplici quasi archetipici e non potrà fare a meno di tuffarsi nel caldo gusto delle tipiche crocché di patate fritte che fanno parte della grande cultura culinaria locale. 

Allo stesso modo il corso principale la via Pietro Novelli è il luogo di un mercato diffuso perché come dice Franco La Cecla “ il cibo di strada, i venditori di strada, i mercati di strada, sono dei volani potentissimi di economia” ma io aggiungerei che preservano il carattere e l’identità sociale dei luoghi e in questo tipo di dimensione il vero viaggiatore troverà  la cifra per capire di cosa vive la città di Monreale quando il Duomo è chiuso.